Un caso di panico

“Mi sono svegliata una domenica mattina verso le sei, sono andata in bagno e quando sono tornata a letto il mio cuore ha iniziato a battere velocissimo, mi sono spaventata, ho chiamato i miei genitori che mi hanno portato al pronto soccorso...” da li sono partite tutte le analisi possibili per escludere le più svariate patologie ...il responso arrivò un bel po’ dopo: attacco di panico!
Molto simili sono i racconti di chi ha sofferto o soffre di attacchi di panico: esordio improvviso, inspiegabile dal punto di vista fisico, battito del cuore accelerato, paura di morire, tremore, sudorazione, paura di impazzire, convinzione di soffrire di una malattia inspiegabile che porterà alla morte (e che peraltro i medici non riescono a diagnosticare) e da qui il calvario, tra medici di ogni genere e specializzazione, la propria vita che diventa schiava della paura, dell’attesa di un nuovo attacco....
Il rischio per chi soffre di panico è di lasciare passare troppo tempo prima di intervenire, più tempo passa più il panico aumenta in termini di frequenza e si impossessa della vita del paziente.
Il racconto iniziale riguarda una giovane ragazza di 18 anni, il primo attacco si è presentato per lei l’ultimo anno di scuola superiore, una mattina di gennaio a sei mesi dall’esame di maturità, in un periodo di forti cambiamenti personali, scolastici, di crescita e maturazione, alle soglie di una scelta per la vita (università o lavoro) ed a pochi mesi dall’essersi lasciata con il suo fidanzatino, storia per lei molto importante. Cosa fa il panico? Rende somatico, in questo caso, uno stato emotivo di incertezza, di preoccupazione per il cambiamento che caratterizza questa fase della vita. Ad oggi la ragazza è completamente guarita ed ha superato il panico che è diventato, per lei, solo un lontano ricordo. Dal panico si può guarire con una terapia adatta da iniziare nel più breve tempo possibile.